Nella mia vita, come è capitato a molte, sono stata single (anche se ho sempre detestato questa parola). Una donna che possiede un cane può conoscere un uomo che di cani non ne sappia nulla, che non sia “dog friendly”, magari è anche bello, simpatico, intelligente, ma gli manca quel particolare che lo renderebbe perfetto.
Quando entrate in casa insieme (e l’uomo e il cane non si sono mai incontrati prima), si sente una tensione palpabile tra il tuo “lui” e il tuo fedele amico. Il cane abbaia, il “lui” si irrigidisce e probabilmente si chiede che bisogno tu abbia di possedere un cane. “Lui” non capisce, il tuo cane neppure…è come se dicesse “che necessità hai di un uomo quando ci sono io a darti tutto l’amore del mondo??? Mandalo via da casa nostra!”
Indubbiamente la situazione va gestita, se vuoi che questa storia appena iniziata abbia un seguito.
Per dovere di precisione, diciamo che sto parlando di un uomo che non è totalmente avverso ai cani, ma non ne ha mai avuti, di conseguenza non li conosce e, in fondo al suo cuore, pensa che anche un animaletto di 6,5 kg abbaiante possa arrivare a sbranarlo.
Come gestire la situazione? Io non sono un’educatrice cinofila e quindi parlo solamente di storie vissute, nel modo corretto o nel modo sbagliato non lo so, ma comunque con un lieto fine (cioè senza feriti da nessuna delle due parti).
Per quanto mi concerne, lo “zitto”, “seduto”, “cuccia” non sono mai serviti a nulla in queste situazioni. L’impeto del cagnolino e il suo abbaiare hanno sempre sovrastato qualsiasi mio comando rendendolo inascoltato. C’è però una cosa che blocca la guerra in atto: IL PREMIETTO!
Dopo aver tranquillizzato a parole il mio “lui” dicendogli che il pelosetto non ha morso mai nessuno (e sperando che non inizi proprio in quel momento), vado a prendere due o tre croccantini. Gli spiego che gliene deve dare uno alla volta, con la mano aperta, accoccolandosi di fianco.
Vedo il “lui” titubante, ma è pur sempre un uomo e non si può tirare indietro, deve dimostrarmi il suo coraggio…e così inizia il primo avvicinamento. Lui si china (e il cane gli abbaia sul naso), lui allunga la mano chiusa con il premietto dentro (e il cane si zittisce), lui apre la mano (e il cane mangia il premietto velocemente).
Sembra sia andato tutto alla perfezione, se non che, in un nano-secondo, il pelosetto, deglutito il regalo dello sconosciuto, ricomincia ad abbaiare esattamente come prima!
La scena si ripete due o tre volte, sempre con lo stesso risultato, ma noto con piacere che la forza del BAU si affievolisce. Evviva! A quel punto anche i miei comandi iniziano ad essere percepiti dal cane. So che sta pensando che, in fondo, non è così male che in casa ci sia una persona in più che gli dia qualcosa di buono. Il suo ruolo di difensore della mia persona e del focolare domestico è ancora instillato nella sua testolina, ma sta iniziando a vacillare. Deve proprio difendermi? O forse la situazione non è poi così di pericolo?
Non pensiate che questo sistema risolva il conflitto uomonuovo-cane al primo incontro. La scena si ripeterà innumerevoli volte, ma ormai il “lui” avrà capito che non corre il rischio di essere sbranato e si presenterà alla porta con un atteggiamento più rilassato (cosa che il cane percepisce immediatamente) e il pelosetto, a lungo andare, capirà che il “lui” non è un pericolo, anzi!
La fine di questa storia (della nostra storia) quel’è?
Oggi il “lui” e il cane si adorano.
Quando entra in casa, il pelosetto lo saluta scodinzolando, sculettando e facendo versetti di gioia (malgrado ormai non ci siano più premietti) e il “lui” saluta affettuosamente il cane (prima di salutare me). Quando usciamo tutti e tre per la passeggiata, il mio “lui” gli mette il collare e vuole tenere il guinzaglio. Il cane sembra quasi onorato di tante attenzioni e cammina sereno, senza tirare.
Li guardo felice, lieta di tanto amore, orgogliosa di essere riuscita e mettere armonia tra i due…e intanto penso che forse dovrei imparare a sculettare anche io.