Chi c’è all’altro capo del guinzaglio?
Prendo in prestito il titolo di un libro molto interessante, di una scrittrice che adoro (Patricia B. McConnell) e che ogni persona che ha, che vorrebbe o che ha avuto un cane, dovrebbe leggere.
La questione è questa: chi c’è all’atro capo del guinzaglio?
Il quesito potrebbe essere molto semplice, ma attenzione, perché a seconda del punto di riferimento la risposta cambia.
Per il cane, dall’altra parte ci siamo noi.
Noi però ci portiamo dietro un bagaglio di aspettative e di paure, siamo noi attraverso il guinzaglio che accompagniamo il cane nella vita di tutti i giorni, tra un’annusatina al parco, una sniffatina alle parti intime di un amico quadrupede, una passeggiata sul marciapiede o un attraversamento pedonale… Per il cane è semplicemente un laccio, un cordino che decide e stabilisce la direzione e la distanza da tenere nelle situazioni della vita.
Potremmo quasi definirlo un “cordone ombelicale” perché per noi c’è il cane e forse dovremmo metterlo in condizione di comunicare al meglio. Questo essere straordinario merita, da parte nostra, prima di tutto rispetto. Rispetto per le sue necessità e per la sua propensione o meno alle situazioni del vivere comune nel quotidiano, come gli incontri ravvicinati con altri simili. Non a tutti cani piace incontrare altri cani e il guinzaglio, a volte, limita e trasforma un semplice incontro in un messaggio sociale sbagliato!
Mi capita sovente di incrociare cani con guinzagli tenuti talmente tesi da poterci far salire un funambolo, i proprietari ci si aggrappano come se questo fosse la fune che li tiene sollevati dal baratro…dell’imprevisto, perché si sa, gli imprevisti a volte si trovano proprio dietro l’angolo.
Nella maggior parte dei casi il guinzaglio, se mal utilizzato, rischia di inibire i comportamenti naturali del cane il quale passa informazioni ai suoi simili soprattutto attraverso la postura del corpo: tenuto in trazione il guinzaglio modifica e trasforma i messaggi della comunicazione sociale tra cani. Una comunicazione sociale corretta, invece, permette al cane di avere una mente versatile, creativa e, di conseguenza, di poter vivere serenamente i momenti trascorsi al guinzaglio.
Abituiamo i nostri cani (soprattutto da cuccioli):
- all’ uso positivo del guinzaglio che deve, ops…dovrebbe, sempre essere tenuto morbido,
- all’ incontro co
- n altri cani al guinzaglio in situazioni rilassate,
- a sentirci e vederci con una postura tranquilla, una mente serena e positiva, perché grazie ad esso costruiamo una connessione, un’intesa che ci lega e che crea il legame con il nostro amico.
Il guinzaglio per il nostro fedele amico è un veicolo, un mezzo attraverso cui passano la maggior parte delle nostre sensazioni ed emozioni, attraverso il guinzaglio il nostro cane ci “legge”. Sta a noi che legga qualcosa di bello.
Concludo con un accenno forse banale, ma indispensabile, su come scegliere il guinzaglio: innanzitutto valutiamo bene l’età e la mole del nostro cane. Evitiamo di attaccare collare o pettorina del nostro cucciolo di chihuahua a un super-collare con super-moschettone (e con super intendo “grosso”). Non serve, il vostro chihuahua difficilmente vi trascinerà via e, soprattutto, sarebbe costretto a portarsi dietro un peso insopportabile. Dall’altra parte, evitiamo anche di usare sottilissimi guinzagli estensibili tipo flexi con cagnoni irruenti. Ricordiamoci che il guinzaglio serve innanzitutto come sicurezza (per il vostro cane) e quel genere di guinzaglio può essere tutto, tranne che sicuro. Piuttosto, se desideriamo lasciare un pochino più libero il nostro amico a quattro zampe, possiamo optare per dei comodissimi guinzagli da addestramento oppure per la lunghina (ma solo in determinati luoghi). Questa però è un’altra storia…